La Lav rilancia le riprese di «Born Free Usa» sulla realtà delle catture in natura
Cacciatori di pellicce, le immagini choc
Animali selvatici presi con le tagliole, finiti con calci al torace o fatti annegare: la verità in un'inchiesta in incognito
L'inchiesta in incognito di Born Free Usa LA RICHIESTA ALLA UE - «Abbiamo documentato come nel sistema di cattura e uccisione di questi animali praticato negli Stati Uniti vengano gravemente lesi gli accordi con la Ue - sottolinea Simone Pavesi, responsabile nazionale della campagna antipellicce della Lav -. Per questo avevamo chiesto all'allora ministro degli Esteri Franco Frattini un intervento in sede comunitaria affinché le autorità preposte svolgano indagini. Inoltre, a difesa dei principi dell'Unione, chiediamo che sia subito sospesa l'importazione di pellicce tra Stati Uniti ed Europa in attesa che questa deprecabile vicenda venga del tutto chiarita». La Lav cita i dati dello Us Census Bureau Foreign Trade Division secondo cui, tra il 2010 e il luglio 2011, sono state esportate dagli Usa in Italia circa 43 mila pelli grezze di animali quali lontra, castoro, ermellino, martora, procione, tasso, topo muschiato, opossum, coyote e lince. Inoltre sono state importate 4.316 pelli grezze di volpe e 4.322 di nutria.
GLI STANDARD INTERNAZIONALI - In Europa, viene fatto rilevare, la cattura di animali in natura avviene principalmente per finalità di gestione della fauna selvatica e per il contenimento delle specie «invasive», anche se in alcuni Paesi è possibile poi utilizzare le pellicce degli animali catturati (e in altri è lecito catturarli anche avendo fin dall'inizio la finalità dell'approvvigionamento di pellame). Le regole sono molto diverse. Tuttavia dal 1991 la Comunità Europea vieta l'uso di tagliole e dal 1998 è in essere un accordo con la Federazione Russa e il Canada e un verbale concordato con gli Usa che prevede che questi Paesi possano esportare in Europa pellicce di animali catturati in natura dietro l'impegno a rispettare l'Accordo internazionale in materia di standard per le catture senza crudeltà (lo Iahtw, International agreement on humane trapping standards). «In realtà non esiste alcun sistema di cattura non crudele - fa notare ancora Simone Pavesi - e i metodi oggi vigenti prevedono un massimo di 5 minuti affinché un animale diventi incosciente e quindi insensibile al dolore e presuppongono dunque l'accettazione di un elevato livello di sofferenza». Non solo: «Spesso gli animali agonizzano per ore o giorni prima di morire o essere uccisi - dicono ancora alla Lav - e in molti casi questi sistemi di cattura finiscono con l'essere causa di morte anche per animali protetti o comunque non destinati all'industria della pellicceria, come cani o gatti». Il comitato scientifico incaricato dalla Ue di verificare la situazione - a ottobre è stato pubblicato un dossier sugli «Humane Trapping Standards - ha bocciato gli attuali sistemi di cattura e proposto l'adozione di nuovi parametri che rendano più rigorose le norme internazionali e assicurino una reale assenza di dolore e sofferenza per gli animali catturati.
1 commento:
Si mettessero i cappotti invece di fare le befane in pelliccia!
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